Bocche scucite: voci dai territori occupati
“L’occupazione fa male a tutti. Agli israeliani e ai palestinesi. Noi vogliamo solo vivere. Ognuno deve poter vivere nella sua terra, con i suoi confini.” Patriarca Fouad Twal ai giornalisti, 15 ottobre
“Per quanto riguarda la Terra Santa l’esodo è dovuto al conflitto arabo-israeliano. Anzi, diciamo chiaramente e più specificamente: è dovuto all’occupazione militare dei territori palestinesi. Da 62 anni permane il conflitto. Sono troppi! (…) Mi pare che ci sia una chiara volontà di gestire il conflitto invece che risolverlo. Chiedo ai responsabili israeliani di aiutarci a vivere una vita normale, a poter andare a lavorare, a poter, come parroci andare con i nostri parrocchiani a visitare i luoghi santi”. (Patriarca Twal, intervento al Sinodo, 15 ottobre 2010)
ULTIM’ORA. Gerusalemme,15 ottobre 2010. “E’ IL CHIODO SULLA BARA DEI NEGOZIATI”. Questo l’immediata reazione alla notizia che nessuno avrebbe voluto leggere: Netanyahu ha firmato un nuovo progetto edilizio per 1600 nuovi alloggi nelle colonie di Gerusalemme Est. Si era astenuto per mesi dal compiere questo gesto che rappresenta tragicamente “il cimitero del processo di pace”. Sconcerto in tutto il mondo. “Chiediamo che ora gli Usa riconoscano pubblicamente che è Israele il responsabile del collasso che ha affossato definitivamente i negoziati in corso. Ha scelto gli insediamenti e non la pace” (Saeb Erekat)